U aktuelnom broju Globusa vanjskopolitički komentator Željko Trkanjec nastavlja (zaključuje?) polemiku sa dežurnim zagrebačkim tumačem stanja u Bosni i Hercegovini doktorom znanosti Ivom Lučićem, ratnim Tuđmanovim obavještajcem s ovih prostora. Dr. Lučić je – za one koji se ne sjećaju – bio stožerni brigadir Hrvatske vojske sa zadacima u Hercegovini (rođen u Ljubuškom), a nakon rata je činovan general-bojnikom HVO-a, pa ne čudi što mu smetaju dijelovi vlastite biografije, zbog čega je – između ostalog – i ušao u polemiku.
Opet je pobjednik
No, Trkanjecu je također zamjerio “podli medijski napad na Hrvate u BiH i na njihovo kakvo-takvo političko vodstvo… pa i za vrijeme ukrajinske tragedije”. Proglasio ga je “muslimanskim lobistom”, a sve zato što je Trkanjec problematizirao znakovito čekanje još jednog doktora znanosti – Dragana Čovića – da osudi rusku agresiju na Ukrajinu. Trkanjec podsjeća na to da je lideru HDZ-a BiH trebao sastanak s hrvatskim premijerom Andrejom Plenkovićem da se zaista izjasni, naprosto zato što se Čović ne želi zamjeriti Srbima i Rusima. Nije mu jasno zašto se ne bi smjelo govoriti o takvim potezima vođstva HDZ-a BiH za vrijeme ukrajinske tragedije (iako je Globus izašao prije Čovićevog njet u Domu naroda na prijedlog potpunog usklađivanja politike BiH sa EU odnosom prema ruskoj agresiji, Trkanjec podsjeća na njegove stavove o Zakonu o negiranju genocida, nastup u NSRS-u, rođendansko slavlje s Dodikom…) i pita Lučića koliko je Hrvatima u BiH bilo bolje za vrijeme Čovićeva mandata u Predsjedništvu BiH. Usuđujem se ponuditi odgovor: taman onoliko koliko je Srbima, Bošnjacima i Ostalim bolje sa vlašću kakvu imamo. Ko ne vjeruje, nek’ pogleda pod akcize, pa će razumjeti količinu združene ambicije ovdašnjih političara da se pobrinu za narod(e) za vrijeme ukrajinske tragedije.
I ovu polemiku koristim tek da ilustriram potrebu stranaka na vlasti da BiH ostave zakovanu u (ratnoj) prošlosti ili – što bi znanstvenik Čović rekao u NSRS-u: “Ništa nije nestalo iz ‘95. i tadašnjih strategija triju konstitutivnih naroda”. Ova se teza dala iščitati i tokom posljednje runde propalih pregovora o reformi Izbornog zakona, pregovora koji su zapravo najmanje to i bili. Još se jednom, naime, ispostavilo da su se lideri domaćih političkih stranaka sastali na takmičenju, da ne kažem političkom maratonu, čiji je pobjednik onaj ko osmisli najkompliciraniji paket neprihvatljivih zahtjeva. Ispalo je opet da je lider HDZ-a pobjednik, posljednji je sve odbio, pa se sada vadi upućivanjem svog modela u parlamentarnu proceduru, a zaista ne treba biti vidovit pa znati da tek tamo od dogovora nema ništa. Prijedlog će proći onako kako su – uoči prošlih izbora – završili zahtjevi za transparentnije nadgledanje biračkih mjesta: odbijanjem s gnušanjem. No, posljednji izbori u BiH nisu poučni samo iz tog razloga već i zbog činjenice da danas, sedam mjeseci prije narednih, njihovi rezultati još nisu implementirani u Federaciji i, kada govorimo o onima koji dolaze, najvažnije pitanje nije hoće li se HDZ i HNS odlučiti na bojkot, već do kada će ovaj entitet biti blokiran. Funkcionalnija FBiH bila je, naravno, dio pregovaračkog menija, no upravo je tome posvećena najmanja politička i medijska pažnja. Ne samo zato što su se vladajući političari postavili po principu sve ili ništa već i zato što su one probosanske snage – od kojih osobno i dalje najviše očekujem – pristale na istu mantru, projicirajući također maksimalističke ambicije.
I Migliori Siti di Scommesse in Italia: Analisi e Recensioni
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L'Offerta di Bonus e Promozioni nei Migliori Siti di Scommesse in Italia
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Recensioni Dettagliate dei Principali Operatori di Gioco Online in Italia
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Tendenze e Prospettive del Mercato delle Scommesse Online in Italia
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Da, istina je, akademik i doktor znanosti Dragan Čović puno im je pomogao. Lider HDZ-a BiH od 2005. (na što podsjeća i Trkanjec) svojim je atacima na BiH i Federaciju opredijelio značajan dio biračkog tijela da na izborima ne glasaju za, već protiv (njega). Njegovo neskriveno vezanje zastava sa secesionistom Miloradom Dodikom dodatno je stvorilo odijum javnosti (ne samo domaće), ali to i dalje ne mijenja činjenicu da su HDZ i HNS nesumnjivo opredjeljenje hrvatskih birača. Famozna konstitutivnost – izvojevana pred Ustavnim sudom BiH na cijelom teritoriju zemlje tokom mandata Wolfganga Petritscha kao visokog predstavnika – u to je doba slavljena kao velika državnička pobjeda. Šta se promijenilo, ako već Čović nije u pravu kada govori o strategijama iz ‘95? Ili je naprosto riječ o naknadnom povratku u prošlost, da ne kažem procjeni da se 30 godina kasnije mogu realizirati ambicije o podjeli zemlje? Dodik je nesumnjivo ubijeđen u realizaciju ovog ratnog plana, HDZBiH bi treći entitet, a šta hoće Bošnjaci? Da li iko misli da je rješenje u raseljavanju do iznemoglosti ili pak ostvarenja podjele, odnosno izmjene Izbornog zakona do principa jedan čovjek jedan glas? Gdje su tu, onda, mehanizmi zaštite od preglasavanja? Zašto niko nije spreman iščitati presude Evropskog suda za ljudska prava kao bitku i za konstitutivnost Ostalih, iako ih je u našoj zemlji, po posljednjem popisu, jedva tri posto? Zar četvrti član Predsjedništva BiH nije poželjno rješenje i za Ostale, ali i za razgovor o mehanizmima koji će spriječiti blokade vlasti?
Pregovori i postoje da bi se pravio kompromis. Danas je posve jasno da kompromisa nema i još i gore, da oni koji ga pomenu istog časa postanu izdajnici zemlje, što je ovih dana epitet koji se lijepi Dini Konakoviću. Lider NiP-a možda nema pregovaračkih utakmica, ali razumije suštinu BiH, onu u koju se pregovarači – osim Dodika i Čovića – zaklinju kao u šareni tepih tradicionalne multikulture. Ako je zaista zagovaramo, onda vrijedi podsjetiti na zavnobihovske principe “i-i-i” koji bi u današnje vrijeme, ako ćemo im ostati odani, bili dograđena konstitutivnost. Prijeko potrebna upravo za vrijeme ukrajinske krize koja nam je, ako išta, donijela onu pažnju međunarodne zajednice za kojom vapimo još otkad su naši pregovarači nogom nabili butmirski paket. Što, naravno, nimalo ne amnestira međunarodnu zajednicu i njezinu odgovornost za ove prostore, ali – ako ćemo pravo – otvara i mogućnosti koje bi mogle doprinijeti ubrzanom ostvarenju onih ciljeva za koje se BiH u svom Parlamentu izjasnila. Riječ je, naravno, o euroatlantskom putu naše zemlje, koji ne miniraju samo Dodik i Čović. No, barem je Evropa primorana da se suoči sa problemom u svome dvorištu, da ne kažem granici, jednako kao i sa odrazom u vlastitom ogledalu. I postaje potpuno svjesna da mora djelovati.
Miješanje u unutrašnje stvari BiH
Poučan je stoga stav Nizozemske koja je prihvatila Strateški kompas EU u kome za BiH jasno stoji kako je od posebnog interesa Evrope podržati suverenost, jedinstvo i teritorijalni integritet naše zemlje “na temelju načela jednakosti i nediskriminacije svih građana i konstitutivnih naroda, sukladno Ustavu BiH, kao i reformski proces na njenom evropskom putu”. Uz to je Nizozemska izrazila žaljenje zbog pojma konstitutivnost. Ni nama niko ne brani da se žalimo, ali nas dokumenta obavezuju. To je, uostalom, plastično razgolitila upravo ukrajinska tragedija, kako agresiju Rusije na susjednu zemlju zove dr. Lučić. Ovu nizozemsku reakciju zdušno je osudio (a ko će drugi?) ruski ambasador u BiH Igor Kalabuhov, tvrdeći da je to eklatantan primjer miješanja u unutrašnje stvari BiH. Za sebe i svoju zemlju pak tvrdi da se ne miješaju, pa onda obavezno doda “ali”, kao u slučaju najnovijeg gostovanja na Pečatu RTRS-a, gdje je na novinarsku tvrdnju kako RS neće ni za hiljadu godina pristati na BiH u NATO-u (baš kao da nije SNSD trasirao i potpisao naš put u Alijansu), objasnio da je to unutarnja stvar svake države, ali je “nedavno francuski predsjednik Macron ponovio da je NATO organizacija s mrtvim mozgom”. Moje pitanje, veli ne miješajući se Kalabuhov, jeste kakav mozak trebate imati da se spremate ići u organizaciju s mrtvim mozgom?
Odgovor se golim okom vidi i na RTRS-u, ako živi gledaju slike Ukrajine, a ne slušaju (puno) prateći tekst. Slike Ukrajine neodoljivo podsjećaju na naše iz devedesetih. Ako to nije po(r)uka političarima da se odreknu strategija iz ‘95, ni izbori nam neće pomoći.
